Il 2025 porta novità importanti sul tesseramento

Buongiorno a tutti, Aironsiani e non, e un felice 2025 a tutti. Il nuovo anno porta con sé un'importante novità che ci riguarda molto da vicino: la tessera annuale, che tradizionalmente durava 12 mesi a partire dalla data del pagamento, diventerà valida per l'anno in corso e scadrà il 31 dicembre. In compenso, il suo costo calerà progressivamente in modo che sia equo per tutti. L'obiettivo è spostare il "grosso" dei tesseramenti dal mese di maggio, come avviene attualmente dal 2021, a quello di gennaio, come invece è consuetudine per la maggior parte delle associazioni. Quindi, per chi se lo stesse chiedendo: no, NON DOVETE RINNOVARE SUBITO e non ci saranno aumenti, ma solo una diversa distribuzione dei pagamenti nel corso dell'anno. Chi si tessera a gennaio e febbraio pagherà 40 euro, cioè la quota piena, e avrà diritto ai 4 numeri di Zzap! previsti nel 2025. Chi dovrà tesserarsi o rinnovare successivamente all'uscita del numero 15/100, invece, ne pagherà 30, e avrà diritto ai 3 numeri residui, e così via fino alla fine dell'anno, quando il costo tornerà a essere 40 euro per tutti e sarà valido per il 2026.

Come funziona: ipotizzando che la scadenza del proprio tesseramento sia maggio 2025, al socio verrà proposto un tesseramento a prezzo ribassato che coprirà soltanto il periodo maggio-dicembre 2025. Successivamente, a gennaio 2026, sarà necessario rinnovare il tesseramento a prezzo pieno, valido per tutto il 2026.

Il motivo di questa inutile complicazione risiede nell'incertezza normativa, tuttora persistente, che circonda una riforma del Terzo Settore (a cui anche l'Associazione Culturale Airons di Vigevano appartiene di diritto) che procede di anno in anno a piccoli passi. L'aspetto che più ci coinvolge è il seguente:

"Il decreto legge n. 146 del 2021, all’art. 5, comma 15-quater, ha modificato l’art. 4 del “Decreto Iva” (dpr n. 633 del 1972), riscrivendone integralmente il testo e prevedendo che le disposizioni contenute fossero integralmente da ricomprendersi nel novero delle prestazioni oggettivamente in Iva, alcune nel regime di esenzione (art.10 dello stesso decreto) mentre altre confluite direttamente nel regime di imponibilità, con un effetto significativo in termini di operatività e ricadute fiscali per gli enti." (fonte)

Con le vecchie disposizioni, tuttora valide almeno fino alla fine dell'anno, le cosiddette "riviste sfuse" potevano essere cedute in cambio di erogazioni in regime di esclusione IVA, rientrando a tutti gli effetti nell'ambito delle attività istituzionali dell'associazioni, purché fossero cedute in numero inferiore a quello delle copie distribuite agli associati. E così abbiamo sempre fatto, attenendoci rigorosamente alle leggi. Con le nuove disposizioni, la cui applicazione è stata prorogata al primo gennaio del 2026, si passerà da un regime di esclusione IVA a uno di esenzione (nella migliore delle ipotesi) o di applicazione, nel qual caso potremmo essere costretti ad aprire una partita IVA ed emettere fatture elettroniche per ogni rivista sfusa ceduta. Rimarranno istituzionali solo le quote associative e le donazioni volontarie prive di un corrispettivo, quindi di fatto quelle che ci potreste fare così, per simpatia, solo perché quel giorno vi siete svegliati di luna buona e avete deciso di donare soldi alla Airons senza ottenere nulla in cambio.

Se le finalità e la direzione imposta dalle nuove leggi sono chiare e condivisibili - e cioè applicare un maggiore controllo agli enti associativi e dare un bel giro di vite ai 'furbi' che aprono associazioni invece che aziende solo per evadere le tasse - è indubbio che la loro applicazione introdurrà parecchie complicazioni per chi, come noi, fa associazione nel tempo libero, obbligandoci di fatto a operare come un'azienda. Ma questo è un aspetto che con un po' di pazienza e con la solita forza di volontà riusciremo sicuramente a gestire. Quello che invece tuttora non è chiaro è come saremo inquadrati dal punto di vista fiscale: se dovremo applicare un'aliquota IVA alle riviste sfuse e quale. Per esempio: per noi varrebbero le aliquote agevolate dell'editoria, o dovremo applicare il canonico 22%? E nel primo caso, avremmo dei requisiti da rispettare? Al momento non ci è ancora dato saperlo.

Un altro aspetto delicato della questione riguarda il cosiddetto residuo di esercizio, che le Associazioni non possono dividere tra i soci come fanno le aziende, ma devono tenere a disposizione per l'anno successivo. In un'associazione no-profit come la nostra dovrebbe tendere allo zero, cioè al pareggio, con costi ed entrate che si equivalgano. La chiusura del rendiconto si fa a Gennaio, ma noi abbiamo il grosso delle entrate a Maggio e, per tanto, quei 5-6000 euro residui che passano da un anno all'altro ci servono per produrre, stampare e spedire almeno due numeri di Zzap! tra gennaio e aprile del nuovo anno. Quel residuo, con le nuove regole, potrebbe diventare oggetto di dichiarazione dei redditi ed essere soggetto a tassazione (si noti il condizionale, perché non ci è ancora chiaro). Da qui l'intenzione, a scopo cautelativo, di spostare il grosso dei tesseramenti a Gennaio, piuttosto che a Maggio, arrivando così al 2026 con tutti i requisiti necessari a minimizzare l'impatto della riforma.

Siamo certi della vostra comprensione e della vostra collaborazione.